Anche in Abruzzo arriva la fibra: già coperte L’Aquila, Montesilvano e Teramo
La vera fibra ottica, realizzata da Open Fiber, è già disponibile in oltre 36.000 unità immobiliari
La banda ultralarga arriva in Abruzzo. Open Fiber, rispettando le prescrizioni dei DPCM varati, continua nella sua opera di digitalizzazione del Paese, fondamentale per il suo sviluppo.
Da oggi gli abitanti de L’Aquila, Montesilvano e Teramo accederanno a un servizio che permetterà loro di navigare fino a 1 Gbps in modalità FTTH (Fiber To The Home, la fibra arriva fin dentro casa, a scuola, in negozio e in ufficio).
Le unità immobiliari coperte, al momento sono oltre 36mila: 14mila a L’Aquila, 11mila a Montesilvano e 10mila a Teramo. Grazie a un investimento di Open Fiber pari a 19 milioni di euro, a fne anno le unità coperte supereranno le 58mila.
“Gli abruzzesi possono usufruire finalmente di una tecnologia abilitante per lo smart working perché arriva direttamente nelle case e nelle aziende divenendo un fattore abilitante per streaming online, domotica, l’e-health, applicazioni Smart City, monitoraggio ambientale - spiega Marco Pasini, Regional Manager Open Fiber in Toscana – E prosegue: come Open Fiber stiamo portando la stessa tecnologia delle grandi città nei borghi rurali e nei comuni più remoti nell’ambito del progetto BUL. Al momento stiamo lavorando in 128 comuni su 197 di cui molti già col servizio disponibile”.
La fibra ultraveloce rappresenta un asset strategico fondamentale per servizi come lo smart working, la telemedicina , lo streaming online, il cloud computing e varie applicazioni nell’ambito della smart city.
Sono passati ben 11 anni da quel tragico 6 aprile del 2009, quando uno spaventoso terremoto distrusse gran parte del capoluogo abruzzese. In più, quest’anno ci si è messo pure il Covid-19 a mettere i bastoni fra le ruote di una città la cui economia dipende in buona parte anche dal turismo.
Cosa vedere, quindi, nel 2020 a L’Aquila? Per cominciare, si può andare alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Papa Celestino V (Pietro da Morrone) vi venne nominato proprio qui, nel 1294. Il monumento, fortemente danneggiato dal sisma, è stato finalmente restaurato e rappresenta il più significativo edificio religioso abruzzese, in cui si trova un mix di stili romanici e gotici.
In una posizione più centrale rispetto alla Basilica si trova la chiesa di Santa Maria del Suffragio, costruita dal 1713 in suffragio delle vittime di un altro terremoto, quello del 1703, rappresenta la massima espressione dell’architettura aquilana del diciottesimo secolo. Il luogo di culto è stato riaperto il 6 dicembre 2018.
Un altro luogo da visitare è la Fontana delle 99 Cannelle, uno dei simboli più rappresentativi della città. Anch’essa danneggiata dal terremoto, venne restaurata dal FAI. La maschera di ognuna delle cannelle è diversa dalle altre. In 93 è presente un fiore con rosone, che è il simbolo del ciclo della vita. Le rimanenti invece sono vuote e rappresentano le piaghe di Cristo.
Alla fontana è legata una leggenda. Durante il XIII secolo si decise di creare una città madre riunendo le popolazioni di 99 castelli. I signori di questi 99 castelli avrebbero ricollocato gli abitanti del borgo originario in una data area della nuova città, e avrebbero anche dovuto costruire una piazza con una fontana al centro e una chiesa. Tutto intorno a questi luoghi sarebbero state costruite le nuove abitazioni.
E’ questa la spiegazione del motivo per cui L’Aquila possederebbe 99 piazze, 99 fontane e 99 chiese. Ogni mascherone della fontana simboleggia uno dei 99 castelli che contribuirono a fondare la città. Andando a controllare il numero, si scopre che i mascheroni effettivamente presenti sono 93…
La cucina abruzzese, poi, accontenta tutti i palati, sia per chi preferisce gustare specialità di montagna che di mare.
Un piatto tanto semplice quanto gustoso ma…un po’ pesante da digerire sono i “Pipindun’ e ove”, ossia peperoni e uovo sbattuto, il tutto in padella, usati come farcitura per un panino.
Oppure una pietanza più salutare, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, dal sapore deciso e perfette per una rinfrancante zuppa invernale.
Per i primi, impossibile non citare gli spaghetti alla chitarra, che vengono preparati disponendo l’impasto sulla “chitarra”, un attrezzo abruzzese tradizionale fatto di corde che dà la tipica forma sottile alla pasta.
Tra i secondi citiamo i famosissimi arrosticini, piccoli pezzi di carne di pecora infilzati su degli spiedini e cotti alla brace, e le pallotte cacio e uova, polpette che sono un retaggio dell’antica cucina povera, fatte senza carne, col pane raffermo, formaggio, uovo e poi fritte e bagnate col sugo. Per il pesce, ecco lo stoccafisso all’abruzzese, dove il pesce, tagliato a pezzi, è preparato con qualche pomodoro, cipolla, aglio e olio. Con l’aggiunta, a metà cottura, di patate a pezzetti.
Tra i dolci, come tipico aquilano citiamo il torrone tenero al cioccolato, con nocciole, zucchero, miele e ostia.