Buttate console e DVD, da oggi si gioca con Stadia!

Arriva oggi in Italia il servizio in abbonamento di Google. Ma attenzione a paragonarlo a Netflix

google stadia

Dimenticatevi console e DVD. Da oggi per giocare basterà uno schermo e la vostra connessione Internet (rigorosamente in fibra). Non importa se lo schermo sarà connesso ad un PC di vecchissima generazione o sarà quello di uno smartphone o di un tablet, perché tutto girerà sul cloud. Una “nuvola” di giochi e servizi, dietro cui si cela Google e il suo ultimo servizio che prende vita oggi in (quasi) tutto il mondo: Stadia.

Anche per Google Stadia ci vuole una connessione in fibra ottica affidabile, senza limiti e a 1 Gigabit. Come quella che propone Tiscali. Verifica qui se la tua zona è coperta e scopri l'incredibile tariffa di Tiscali UltraInternet Fibra!

Presentato a inizio 2019, Stadia ha subito destato l’interesse degli appassionati di videogames. Svincolato dalla necessità di appoggiarsi ad un supporto fisico, il servizio di gioco in streaming ha fatto breccia nella fantasia di chi ha visto nella soluzione studiata da Google la possibilità di poter giocare con i propri titoli preferiti in qualsiasi situazione, connessione permettendo.

Infatti per avviare un gioco su Stadia basterà avere a disposizione un dispositivo che abbia la capacità di far girare un browser Chrome. Il resto lo faranno i server di Google, che si prenderanno carico di tutti i calcoli che muovono il gioco ed erogheranno il flusso video direttamente sul nostro display, che funzionerà semplicemente da “terminale”.

Non dovrete nemmeno scaricare il gioco. Vi basterà avere un Joypad e la connessione. Google ha cercato di accontentare tutte le fasce d’utenza, partendo da “soli” 10 megabit in download per giocare a 720p (ovvero la risoluzione base per un videogioco), per poi arrivare ai 20 megabit per il Full HD, 60 fotogrammi al secondo e Audio 5.1, fino alla massima risoluzione dei 4K e audio 7.1 per cui verranno richiesti almeno 35 megabit in download.

E’ chiaro quindi che quanto richiesto al cliente finale è il possesso di una connessione stabile per garantire sempre una fluidità stabile e senza quei ritardi (il lag, in gergo), che possono penalizzare l'esperienza di gioco. Ovviamente Stadia è stato studiato anche per il futuro 5G, ma arriverà in un secondo momento, come altre funzioni che Google ha promesso in sede di presentazione e poi rimandato a ridosso dell’uscita ufficiale del servizio. E, a dirla tutta, al momento i modelli di smartphone compatibili con il servizio sono solo quelli prodotti in casa Google, ovvero i Pixel 3 e 3a, anche nelle loro versioni XL.

E i costi?

Google Stadia sarà disponibile in due versioni differenti. Quella base, che coprirà la risoluzione fino al Full HD sarà gratuita, mentre la Premiere/Founder Edition (quella in 4K, per intenderci) avrà un costo iniziale di 129€ e conterrà il Joypad ufficiale (ma funzioneranno anche quelli Xbox e PS4) e un Chromecast Ultra, che garantirà lo streaming in 4K anche sui televisori non compatibili nativamente con il servizio. Oltre a questo, il servizio ha un costo di 9,90€ euro, ma attenzione a paragonarlo ad un servizio simile a quello di Netflix, perché al di là di qualche gioco messo gratuitamente a disposizione da Google ogni mese, ogni singolo titolo dovrà essere acquistato a parte.

E a proposito di giochi, quelli disponibili al lancio saranno “solo” 22, tra cui alcuni titoli top, come Destiny 2 (compreso assieme a Samurai Shodown nel pacchetto Premiere/Founder), il western Red Dead Redemption 2 e quelli come Gylt studiati appositamente per Google. Ma da qui a fine anno gli utilizzatori di Stadia potranno vedere il catalogo arricchirsi di giochi di assoluto livello, come il futuristico Borderlands 3, Ghost Recon Breakpoint, Dragon Ball Xenoverse e Darksiders Genesis. Ed è solo un anticipo di quanto arriverà nel 2020, che vanterà l’arrivo di veri e propri “mostri” come Cyberpunk 2077, Doom Eternal e WatchDogs Legion.

E questo è solo l’inizio. Google sta indicando una strada, quella del videogioco in streaming, che in tanti stanno dimostrando di voler percorrere. A cominciare da Sony, che con Playstation Now ha già evidenziato le sue intenzioni (anche se con qualche intoppo) e Microsoft che con xCloud ha iniziato una sperimentazione che dopo aver coinvolto gli USA, la Corea e l’Inghilterra, è ormai pronta ad arrivare l’anno prossimo anche in Europa. E il segnale è chiaro: il futuro nel gaming è nella grande rete.