Riscaldamento condominiale 2021, quando si può accendere?
Il calendario nazionale e qualche suggerimento per risparmiare gas se si ha una caldaia in casa

L’inverno sta arrivando, e in molti condomìni si pensa ad accendere le caldaie. Per poterlo fare, però, è indispensabile seguire le prescrizioni del DPR 26 agosto 1993 n. 412, che definì 6 zone climatiche, alle quali corrispondono orari diversi di riscaldamento condominiale (il numero massimo di ore giornaliere in cui le caldaie possono rimanere accese), e le date di accensione e di spegnimento del riscaldamento, a seconda del comune in cui ci si trova.
Nella stessa regione si possono avere più zone: in Sicilia, ad esempio, Catania è in zona B (8 ore di riscaldamento massimo al giorno), mentre Lampedusa è in zona A (6 ore al giorno).
Zone climatiche e calendario delle accensioni
Nella stessa provincia, poi, più comuni possono ricadere in zone diverse. Come a Trento, dove Caldonazzo è in zona F e Besenello in zona E.
La seguente tabella mostra la ripartizione generale delle zone climatiche, e dev’essere presa solo come riferimento generico. L’indicazione precisa della zona di appartenenza di un determinato comune si può trovare su siti specializzati.
Nella stessa tabella viene indicato il numero di ore giornaliere massime in cui le caldaie condominiali possono rimanere accese, e il periodo di accensione e spegnimento:

In presenza di particolari situazioni climatiche i condomìni possono accendere il riscaldamento anche senza che vi sia una esplicita autorizzazione del Comune di appartenenza.
L’obbligo a cui si deve sottostare, però, è quello di mantenere la temperatura a 20° (+2 di tolleranza). Questo valore è stato fissato ritenendolo sufficiente a un buon comfort climatico negli appartamenti e al controllo dei consumi.
E’ da tenere presente che la normativa si riferisce solo a impianti di riscaldamento condominiali, e non si applica a chi ha un impianto autonomo, sia in appartamento che in una casa indipendente.
In questi casi sarebbe utile adottare qualche accorgimento per evitare dispersioni di calore che poi andrebbero a riflettersi sulla bolletta del gas.
Consumo di gas eccessivo? Come intervenire per risparmiare
1) Innanzitutto, regolare la temperatura a 20 gradi. E’ un obbligo di legge per i condomìni, ma anche i privati con riscaldamento autonomo farebbero bene a rispettare questa prescrizione. I motivi? Temperature ambientali superiori sono generalmente eccessive per la salute, e per ogni grado in più la spesa per il gas aumenta di parecchi punti percentuali.
2) Differenziare la temperatura per ambienti: non ha molto senso far sì che tutti i termosifoni presenti in casa riscaldino allo stesso modo se poi si frequentano più che altro due stanze. Per questo è una buona idea quella di applicare delle valvole termostatiche a ogni termosifone per ridurre la temperatura degli ambienti visitati solo occasionalmente.
3) Controllare gli infissi: in casa sono presenti porte e finestre in legno, magari con qualche decennio alle spalle, lasciate senza manutenzione? Le soluzioni per evitare spifferi e dispersioni sono due. Una economica (dotarsi di paraspifferi e sigillare tutti i punti dai quali entra aria fredda) e una costosa, ma più efficiente nel tempo, che ne prevede la sostituzione con infissi a taglio termico.
4) Fare la manutenzione della caldaia: è altamente raccomandabile per ridurre la possibilità di malfunzionamenti, e per consumare e inquinare meno.
5) Non coprire i termosifoni. Tende, mobili, stenditoi? Sono tutti oggetti da non sistemare davanti ai termosifoni, per evitare che il calore non si diffonda correttamente nell’ambiente .
6) Installare una caldaia a condensazione ad alta efficienza. E’ venuto il momento di buttare la vecchia caldaia: quelle a condensazione hanno tanti vantaggi. Quali? Consumi inferiori (anche del 30%), bassi costi di gestione, affidabilità, attenzione per l’ambiente grazie a minori emissioni inquinanti. Sono particolarmente consigliate nelle zone più fredde, dove si richiedono molte ore di riscaldamento giornaliero. Il loro costo non è basso, ma la sostituzione si ammortizza bene grazie al risparmio energetico che consentono di ottenere e alla fruizione di sgravi fiscali come l’Ecobonus, che prevede anche per il 2021 una detrazione del 65% o del 50% a seconda della caldaia che si intende acquistare.
Cambiare fornitore per risparmiare ancora di più sulla bolletta
Se la bolletta del gas vi sembra ancora esagerata, nonostante l’applicazione dei consigli che vi abbiamo proposto nel paragrafo precedente, sarebbe opportuno pensare a cambiare fornitore di gas.
Dal primo gennaio del 2023 è previsto il passaggio dal mercato tutelato per luce e gas al mercato libero. E’ chiaro che per ottenere una bolletta più leggera non sia necessario aspettare fino a quella data per cambiare fornitore. Proprio adesso, con i continui rincari delle materie prime, è il momento migliore per farlo.
Sul mercato libero si trovano centinaia di offerte la cui reale convenienza è difficile da valutare senza un aiuto.
Un valido supporto per capirci qualcosa lo fornisce il comparatore di tariffe Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.
Il tutto tramite la veloce compilazione di un modulo, in base al quale verranno formulate le offerte che più si conformano alle proprie esigenze familiari.
Un ultimo consiglio: passando a un fornitore unico in grado di combinare sia energia elettrica che gas si può ottenere un risparmio ancora maggiore. Perché non approfittarne?