Come pulire il forno di cucina con metodi naturali. Anche quello per le pizze

Scopri come pulire il forno di cucina in modo naturale ed economico con questi consigli. Non solo quello classico e a microonde

come pulire il forno per pizza ferrari

Pulire il forno, una delle operazioni in cucina ritenute più fastidiose in assoluto. Non solo perché porta via tempo prezioso che si potrebbe dedicare ad altro, ma anche perché talvolta non si ottengono risultati eccezionali. A meno che non si usino prodotti chimici aggressivi, per le mani e per gli occhi.

In questo articolo vi illustreremo come pulire il forno con metodi naturali, e in 5 minuti, grazie a prodotti che tutti hanno in cucina. Il discorso si estenderà anche ai fornetti per cuocere le pizze, per i quali sono necessarie delle considerazioni a parte, dal momento che sono dotati di una pietra refrattaria in cordierite da trattare con cura.

 

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Perché pulire il forno?

I motivi sono più di uno. Innanzitutto, perché (lo avrete già constatato…) più un forno è sporco e più si producono odori e fumo. Poi perché l’efficienza diminuisce e i consumi di energia elettrica aumentano. Soprattutto quanto più il forno è sporco. Motivo più che sufficiente per pulirlo dopo ogni utilizzo “pesante” come gli arrosti.

Come? Dipende anche dal tipo di forno.

Quali tipi di forno esistono?

I forni in commercio si distinguono, per le modalità in cui si possono pulire, in:

  • Forni classici: sono quelli che si devono pulire con i metodi che indicheremo fra poco
  • Forni autopulenti, che si suddividono in catalitici (le pareti interne hanno uno speciale smalto che assorbe il grasso trasformandolo in cenere), idrolitici (è il tipo di pulizia più economica ed ecologica, perchè viene effettuata grazie al vapore) e pirolitici.

In questi ultimi la pulizia avviene grazie alla pirolisi, un processo termico tramite il quale tutte le incrostazioni causate da residui di cibo presenti in un forno vengono letteralmente polverizzate, e si possono comodamente rimuovere con un panno umido.

 

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La pirolisi si ottiene portando il forno a 500 gradi. Per questo, una volta avviata la procedura, lo sportello si blocca automaticamente. Al termine, i residui si possono comodamente asportare con un comune panno da cucina.

Lo svantaggio della pulizia tramite pirolisi è dato dall’elevato consumo di energia elettrica. Per questo motivo, sarebbe costoso da sfruttare se la si utilizzasse spesso. In questo caso, meglio assicurarsi di avere un fornitore di energia che offra una tariffa conveniente. E come si sceglie, se non si è esperti del settore?

Il mercato libero dell’energia è caratterizzato da una giungla di offerte poco chiare e termini complicati. Meglio rivolgersi a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.

Come pulire il forno in 5 minuti, con prodotti naturali

La risposta potrebbe essere molto semplice e sbrigativa: comprando una delle tante bombolette specifiche per il forno. Sono molto efficaci in caso di incrostazioni e sporco ostinato, ma la loro composizione in genere a base di soda caustica (indicata sulle etichette come idrossido di sodio) e/o idrocarburi alifatici, oltre che di tensioattivi e conservanti. Non proprio il massimo per la salute, tantomeno per l’ambiente.

Un’alternativa potrebbe essere quella di usare qualche goccia di detersivo per piatti (che ha azione sgrassante) su di una spugnetta imbevuta di acqua calda.

Ecco invece i prodotti naturali per pulire un forno classico che non è dotato di sistemi di pulizia automatica:

  • Limone: forno usato occasionalmente? Spremete uno/due limoni in una ciotola, imbevetevi una spugnetta da cucina e passatela sulle pareti interne e sulle griglie. Al termine, sciacquate con un panno umido. In alternativa, riempite la leccarda (o una comune teglia) del forno con acqua e il succo di qualche limone, lasciate acceso il forno a 180/200 gradi per almeno mezz’ora (a forno caldo), e il vapore pulirà le pareti del forno. Con una spugnetta sarà poi possibile asportare facilmente lo sporco che si è sciolto. In caso di incrostazioni si può provare a strofinarci sopra la metà di un limone, a forno tiepido. Lasciate agire per qualche minuto e passate un panno imbevuto di acqua e succo di limone per asportare il grasso ormai ammorbidito.
  • Bicarbonato: mescolate bicarbonato, sale e un po’ d’acqua. Si creerà un composto denso da applicare sulle parti più sporche del forno. Lasciatelo agire per almeno un’ora, poi sciacquate con una spugnetta pulita. Oppure, se lo sporco è consistente, provate con una pasta fatta da tre parti di bicarbonato e una di acqua, che sfregherete con una spugnetta. Al termine, risciacquate con una spugnetta pulita e asciugate.
  • Aceto: un metodo per ammorbidire le incrostazioni consiste nel mettere una pentola d’acqua bollente con un cucchiaio di aceto nel forno spento, ancora caldo. Dopo circa un’ora il vapore avrà agito e consentirà di togliere lo sporco con una spugnetta e il composto presente nella pentola. In alternativa, si può miscelare un bicchiere di aceto con mezzo di sale

 

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Come pulire il vetro del forno senza smontarlo

Il vetro interno del forno è, assieme alle pareti, la parte più esposta a schizzi e grasso provenienti dai cibi in cottura. Pulirlo è semplice: basta mescolare un po’ d’acqua e bicarbonato in modo da formare un composto un po’ denso, da spalmare sul vetro del forno riscaldato, e spento. Nel giro di qualche minuto la crema si potrà asportare, assieme allo sporco, con una spugna imbevuta di semplice acqua calda.

Il problema nasce per il lato interno dei due vetri montati nello sportello. Alcuni forni consentono di accedere, anche se in maniera un po’ difficoltosa, all’intercapedine tra i due vetri posta nella parte bassa dello sportello (in corrispondenza delle cerniere). Come fare per procedere alla pulizia?

Staccate il forno dalla presa di corrente. Procuratevi una gruccia appendiabiti in metallo o, in alternativa, del filo di ferro grosso (2 mm di spessore). Piegate la gruccia o il filo di ferro in modo tale che si possa inserire tra i due vetri, e avvolgeteci intorno un panno morbido asciutto. Infilate il panno tra i due vetri, assicurandovi che il ferro sia coperto dal panno (per evitare di graffiare i vetri) e passatelo da una parte all’altra in modo da togliere la polvere.

Ripetete la stessa procedura, ma bagnando il panno con dell’aceto o spruzzandoci sopra dello sgrassatore. Per completare, passate un altro panno asciutto.

E’ una operazione che in alcuni forni non si può eseguire perché l’intercapedine è chiusa. Altri forni, invece, consentono con relativa semplicità di staccare i due vetri in modo da pulirli comodamente spostando dei ganci o togliendo poche viti.

A voi valutare quale sistema utilizzare per pulire nel modo più efficace la parte interna dei vetri del vostro forno.

Come pulire il forno a microonde in modo naturale

Per quanto riguarda la pulizia del microonde si deve tener conto, prima di tutto, del fatto che le pareti interne sono più delicate rispetto a quelle di un comune forno elettrico. Il che si traduce nell’evitare di usare paste abrasive.

Al loro posto, invece, si può usare un contenitore adatto per il microonde riempito a metà con acqua e aceto in parti uguali, ed eventualmente il succo di un limone. Lo si mette nel forno e si avvia per 5 minuti a potenza media. Al termine, il vapore dell’aceto avrà ammorbidito lo sporco, che si potrà rimuovere con un panno morbido o una spugnetta.

L’utilizzo del bicarbonato, al posto dell’aceto, nel caso del microonde serve solo come igienizzante e antibatterico. Anche in questo caso, basta riempire un contenitore con acqua e tre cucchiai di bicarbonato, scaldare il forno per qualche minuto e passare un panno per pulire il tutto.

Il piatto in vetro può essere pulito molto semplicemente in acqua calda con un po’ di detersivo per piatti e una spugnetta.

Come pulire il forno Ferrari o Ariete (quello per la pizza)

Complici il prezzo contenuto (spesso inferiore al centinaio di euro) e il consumo di energia ridotto rispetto a un comune forno da incasso, i fornetti per la pizza di Ferrari, Ariete o altre marche hanno ottenuto negli ultimi anni una notevole popolarità.

Usarli solo per cuocere pizze fatte in casa è riduttivo, perché possono anche scaldare pizze surgelate, focacce e altri prodotti da forno in pochi minuti. Il tutto grazie a due caratteristiche: 1) la temperatura elevata che arriva sino a (quasi) 400 gradi, simile (anche se comunque inferiore) a quella dei forni professionali da pizzeria e 2) la presenza di una pietra refrattaria.

E’ proprio questa che, dopo qualche utilizzo, si sporca in maniera consistente. Un mix di farina bruciata, salsa di pomodoro e altri ingredienti ne rendono difficile la pulizia. Esistono diversi tipi di soluzioni per farla in modo efficace, da quelle più “sicure” a quelle “alternative”, molto diffuse sul web.

Il modo più sicuro, per evitare di danneggiare la superficie refrattaria, è il seguente:

  • Dopo avere usato, o semplicemente riscaldato, il forno, staccatelo dalla presa di corrente
  • Raschiate con una spatola metallica le incrostazioni più grossolane
  • Con un pennellino in setole naturali (non di plastica perché potrebbe sciogliersi) spazzate via i residui e le polveri
  • Quando si sarà raffreddato, passate un pannetto o una spugnetta inumidita (non intrisa) d’acqua
  • NON usate assolutamente acqua fredda sulla pietra ancora calda, il rischio che si possa filare o spaccare è molto elevato per via dello shock termico a cui sarebbe sottoposta; NON usate olio o detergenti, la pietra è porosa e potrebbe assorbirli.

Per pulire l’interno della calotta, quello dove si trova la resistenza superiore, si può ricorrere a una pasta fatta di acqua e bicarbonato (ed eventualmente anche qualche goccia di sapone per piatti) da strofinare con una spugnetta o un panno, avendo l’accortezza di evitare di toccare la resistenza. Per asciugare, è sufficiente passare qualche foglio di carta da cucina.

Un metodo alternativo tra i più gettonati consiste nello sfruttare la pirolisi, un procedimento di cui abbiamo già accennato a inizio articolo.

Affinchè la pirolisi sia davvero efficace, la temperatura a cui viene effettuata dovrebbe idealmente raggiungere 500 gradi. In rete si trovano diversi video che mostrano la pulizia dei fornetti per pizza con questa procedura.

E’ da sottolineare, però, che questi ultimi sono stati sottoposti a modifiche come la staratura del termostato e l’inserimento di pannelli di alluminio sotto la cupola. Questi interventi servono ad aumentare la temperatura raggiungibile, che di fabbrica non supera di fatto i 370 gradi, per potersi avvicinare il più possibile alle temperature dei forni che si trovano in pizzeria.  

Queste modifiche sono a rischio e pericolo di chi le esegue, sia perché ovviamente invalidano la garanzia, sia perché vengono a mancare le caratteristiche di sicurezza, con rischio di ustioni e incendi.

Se il fornetto è solo leggermente sporco, chi vuole può comunque provare a pulirlo in questo modo: lo si accende, si porta a temperatura, e ogni volta che la spia del termostato si spegne, si alza il coperchio per farla riaccendere, per far sì che le resistenze si spengano il meno possibile.

In questo modo, nel giro di un’ora, se si ha la pazienza di starci dietro, il fornetto dovrebbe essere “meno sporco”. Soprattutto nella parte centrale, quella raggiunta dalle resistenze.

Qualsiasi procedimento, comunque, non riuscirà mai a togliere del tutto le inevitabili (ma innocue) macchie che si formano nel tempo sulla superficie della pietra refrattaria. La soluzione potrebbe consistere nella sostituzione della pietra, ma esiste un metodo più economico e abbastanza semplice: capovolgerla.

In questo modo, la parte sporca sarà a contatto con la resistenza inferiore del fornetto e quella nuova di zecca sarà quella che verrà a contatto con gli alimenti.

Sui forni Ariete, girare il disco di pietra è semplice: basta togliere le due viti laterali che tengono fermo il collare metallico che lo blocca in posizione.

Sui Ferrari, invece, questa operazione va preceduta dall’asportazione di una placchetta. Niente di particolarmente complicato, in rete si trovano diversi tutorial a riguardo.

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