Pannelli solari da balcone, conviene davvero installarli?

L’indipendenza energetica si può conseguire con un pannellino da balcone? Ovviamente no, ma qualche risparmio si può comunque avere. Ecco i pregi e i difetti, con un occhio alle detrazioni fiscali

pannelli solari da balcone

Risparmiare sulle bollette? Molti stanno pensando a mettere pannelli solari per abbattere i costi, sempre più alti, delle fatture che arrivano inesorabili nella cassetta della posta. E chi non può farlo perché non vive in una casa indipendente e deve sottostare alle decisioni del condominio? La soluzione, almeno parziale, esiste, ed è rappresentata dai pannelli solari da balcone.

Perché parziale? Un singolo pannello fotovoltaico da balcone, anche intuitivamente, non è in grado di produrre tutta l’energia elettrica necessaria al fabbisogno di una famiglia o di un ufficio. Il suo contributo, però, all’alleggerimento della bolletta può essere interessante. Vediamo perché.

 

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Pannelli solari da balcone, come funzionano?

Un piccolo impianto fotovoltaico da balcone è composto da un (o più) pannello in grado di “acchiappare” le radiazioni solari attraverso le celle in silicio di cui è composto.

Queste celle assorbono i fotoni, generando corrente continua. I pannelli sono collegati a un inverter, una apparecchiatura che trasforma la corrente continua in alternata e la rende disponibile per essere utilizzata da qualsiasi elettrodomestico presente in casa.

Quanta energia producono i pannelli solari da balcone?

La potenza viene misurata in Wp, unità che sta a indicare i Watt di picco (massimi, quindi) generabili dal singolo pannello solare.

In genere un pannello fotovoltaico da balcone ha una potenza nominale di 300 Wp o poco più, e riesce a produrre circa 400 kWh annui.

Ogni pannello misura (più o meno, a seconda dei produttori) 1,70 x 1 metro, e pesa una ventina di kg. Disponendo di un balcone sufficientemente lungo se ne potrebbero installare tre, raggiungendo una produzione annua di circa 1200 kWh. Superando, però, gli 800 W di potenza si perderebbero le semplificazioni burocratiche di cui parleremo più avanti, e si ricadrebbe nell’installazione di un comune impianto fotovoltaico.

Il consumo medio di energia elettrica di una famiglia italiana è stimato sui 2700 kWh l’anno. Avendo lo spazio fisico sufficiente per installare due pannelli (ipotizzando un rendimento teorico di 400 kWh x 2 pannelli) si potrebbe arrivare a coprire all’incirca il 25% del fabbisogno energetico annuale.

Il problema è che il rendimento a cui abbiamo accennato si intende in condizioni ideali, che sono l’esposizione a sud, quante più ore di soleggiamento possibile al giorno e una inclinazione di almeno 65° rispetto all’incidenza dei raggi solari.

Sul balcone di un condominio, anche se ben esposto, difficilmente si ottiene un irraggiamento solare costante per tutta la giornata. Per questo motivo, i rendimenti effettivi sono inferiori rispetto a quanto promettono alcune aziende un po’ troppo “ottimistiche”.

 

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Pannelli solari da balcone: permessi, autorizzazioni e burocrazia varia

In seguito alla legge di conversione n. 34/2022 del Decreto Legge n. 17/2022, l’installazione di impianti fotovoltaici è stata notevolmente semplificata. In particolare, essi sono considerati interventi di manutenzione ordinaria non soggetti a permessi, autorizzazioni o “atti amministrativi di assenso”.

Per quanto riguarda i centri storici e le aree sottoposte a vincoli, l’installazione di pannelli integrati nelle coperture che non siano visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici è liberalizzata.

Abitando in un condominio, è necessario effettuare una comunicazione che riguardi l’installazione dei pannelli, secondo quanto richiede l’art. 1122 bis del Codice Civile. Molto meglio, al riguardo, ottenere una delibera autorizzativa da parte dell’assemblea. Il motivo? Qualche condòmino potrebbe avere da ridire per l’eventuale “invasività” estetica dei pannelli sulla facciata. Attenzione anche ad eventuali vincoli paesaggistici introdotti dal singolo Comune in determinate aree.

Per ciò che concerne la potenza installata, fino a 350 W (e quindi, un singolo pannello) è necessario solo fare una dichiarazione al gestore di rete (la c.d. Comunicazione Unica Arera). Per impianti da 350 a 800 W, oltre alla comunicazione al gestore è indispensabile anche la dichiarazione di conformità riguardante l’impianto e il suo schema elettrico.

Fondamentale richiedere al gestore l’installazione di un contatore bidirezionale, in modo tale che l’energia immessa in rete non venga conteggiata (paradossalmente…) come energia consumata, e quindi messa in bolletta come costo.

Gli impianti fino a 350 W sono anche detti “plug & play” e sono i più semplici da utilizzare: è sufficiente montarli e collegarli direttamente a una presa elettrica che abbia una sua linea dedicata, con relativo magnetotermico, all’interno dell’impianto elettrico di casa.

Se l’impianto si mantiene al di sotto degli 800 W, l’eventuale energia prodotta in più viene immessa nella rete nazionale, ma senza aver diritto ad alcuna remunerazione (come avviene negli impianti fotovoltaici più grandi).

Costo dei pannelli fotovoltaici da balcone e detrazioni fiscali

Il costo di un singolo pannello dipende dalla qualità del modulo. In genere, i prezzi variano da un minimo di 300 € a un massimo di 600 €.

Per quanto riguarda gli incentivi, si può accedere alla detrazione fiscale del 50% della spesa sostenuta, recuperabile in 10 anni tramite la dichiarazione dei redditi, oppure (alcuni operatori lo fanno) tramite la cessione del credito del 50% al soggetto che installa i pannelli, con sconto in fattura.

Pregi e difetti dei pannelli fotovoltaici da balcone. Quanto si risparmia

L’installazione di uno o più pannelli solari da balcone (o da ringhiera che dir si voglia) è sicuramente utile per risparmiare sulla bolletta, a patto che si tengano in considerazione alcuni punti.

Se non si vuole ricorrere ai pannelli da balcone, e tantomeno a un impianto fotovoltaico da terrazzo, l’alternativa per risparmiare sulla bolletta consiste nel cambiare fornitore di energia.

Il motivo? Diversi operatori propongono delle offerte a prezzo bloccato che permettono di difendersi dai continui rincari. E, comunque, in mezzo alle centinaia di tariffe disponibili ce n’è sicuramente una che risponde alle proprie esigenze di consumo familiare.

Come scegliere la tariffa giusta, se non si è esperti del settore? Semplicemente affidandosi a un comparatore, come Tiscali Tagliacosti, che mette a confronto le offerte dei migliori operatori. Perdite di tempo? Nessuna. E la consulenza è gratuita e senza impegno.

I pregi di avere un piccolo impianto fotovoltaico da balcone sono, quindi:

  • - Riduzione dei consumi: un piccolo risparmio sulla bolletta c’è, in effetti, e si aggira intorno ai 90€/anno per pannello. Ovviamente in condizioni ottimali
  • - Dimensioni ridotte: un singolo pannello occupa pochissimo spazio
  • - Autorizzazioni richieste: nessuna
  • - Trasportabilità: alcuni pannelli sono ancora più piccoli (ma anche meno potenti) di quelli citati in questo articolo, e si possono portare con sé in campeggio, barca, nella seconda casa etc. A questo indirizzo si può vedere cosa offre il mercato.

 

Gli svantaggi invece sono:

  • - Scarsa autonomia: è data dalla natura stessa dell’impianto, che per ovvi motivi può coprire solo una piccola parte del fabbisogno energetico domestico
  • - Non garantisce l’autosufficienza, che invece sarebbe assicurata da un impianto fotovoltaico da terrazzo con accumulo (i cosiddetti impianti off-grid, staccati del tutto dal fornitore di energia)
  • - Ci vogliono anni per rientrare dall’investimento: una stima molto approssimativa è da 5 a 10. Le variabili in gioco sono: quanta energia prodotta viene consumata in rapporto a quella proveniente dalla rete (maggiore è l’autoconsumo, meglio è), l’orientamento dei pannelli, la quantità di ore di sole giornaliere che ricevono, la qualità dei pannelli.