Gas, quali sono le alternative per riscaldarsi?
Trovare un sistema che si possa usare senza dover prosciugare il conto corrente è diventata un’impresa ardua. Ecco una panoramica di ciò che offre il mercato
Cosa usano gli italiani per riscaldarsi? Senza dubbio il metano, un combustibile considerato economico fino a qualche tempo fa. Fino a quando il conflitto Russia-Ucraina ha scombussolato le carte, portando scompiglio nel mercato e costringendo i governi a cercare delle alternative.
La domanda che si fanno tutti è: come riscaldare la casa senza ricorrere al gas? Vediamo quali sono le alternative disponibili, e quali sono vantaggi e svantaggi di ciascuna soluzione.
Pellet e biomassa
L’utilizzo di stufe a pellet per riscaldare un appartamento rappresenta, attualmente, una scelta più economica nei confronti del metano, e ancora di più del gasolio. La convenienza, però, nel 2022 si era drasticamente ridotta.
I costi del pellet erano esplosi già qualche mese prima dello scoppio della guerra, complici la pandemia, la diminuzione dell’offerta, l’aumento della domanda e altri fattori.
Adesso (fine 2024) un sacco di pellet da 15 kg, dopo avere raggiunto cifre folli (anche 15 €) è tornato a livelli pre-conflitto di 4,5/5 €.
Alcuni, per riempire le stufe, si rivolgono anche a combustibili a biomassa alternativi e più economici, come il diffuso nocciolino (ricavato dai noccioli di oliva), il cippato di legno, il mais o altro.
Il nocciolino e gli altri prodotti si possono usare, però, solo se la stufa a pellet lo consente. Di solito si effettua una modifica al bruciatore eseguita da un tecnico specializzato.
Il risparmio conseguibile usando pellet o altri tipi di biomassa, però, si paga in termini di gestione. Una stufa a pellet dev’essere pulita molto spesso, i consumi sono ingenti (un sacco di pellet dura solo poche ore) e per questo motivo o si fa un singolo, consistente, carico di pellet a inizio stagione (purchè si abbia un locale dove immagazzinarlo…) oppure si fanno piccoli acquisti periodici (trasformandosi in facchini…a meno che non si paghi qualcuno per consegnarli dentro casa).
Caldaia a gas o elettrica?
Una caldaia elettrica funziona utilizzando delle semplici resistenze. Sul mercato si trovano vari modelli con prezzi che variano da qualche centinaio di euro fino a 3000 euro e oltre.
I vantaggi di una caldaia elettrica consistono nella indubbia semplicità di utilizzo e un rendimento termico elevatissimo dovuto al fatto che non disperdono calore quando riscaldando l’acqua. Di contro, bisogna tenere conto del costo del chilowattora, in costante aumento anch’esso.
A questo proposito, cambiare fornitore di luce e gas può rivelarsi una scelta vincente. Per farla, però, è indispensabile rivolgersi ad esperti del settore, come Tiscali Tagliacosti, un sito che mette a confronto gratuitamente e senza impegno le offerte degli operatori più affidabili.
Una caldaia a gas può bruciare metano oppure GPL. La prima tipologia è la più diffusa, data la distribuzione del metano sul territorio nazionale. Le caldaie a GPL sono più usate in alcune regioni dove il metano non arriva ancora in modo capillare.
Le caldaie più diffuse sono quelle a camera aperta, a camera stagna e a condensazione. Quelle a camera aperta usano il tiraggio naturale, sfruttando l’aria ambientale per la combustione del gas ed espellendo i fumi da un condotto verticale. In quelle a camera stagna si usa il tiraggio forzato: l’aria comburente arriva nella camera di combustione grazie a un tubo posto all’esterno, e lo scarico viene effettuato grazie a un tubo in cui arrivano i gas combustibili spinti grazie a una piccola ventola.
Una caldaia a condensazione funziona come una caldaia a camera stagna: una ventola aspira l’aria e usa uno scambiatore di calore, ma in questo caso parte del calore latente viene recuperato e ceduto all’acqua per aumentare la sua temperatura.
Quest’ultimo tipo di caldaie è molto efficiente dal punto di vista della resa del combustibile (che rasenta il 100%), e consente di raggiungere la temperatura richiesta con meno gas.
Con le caldaie a condensazione, a fronte di una spesa iniziale più elevata, si può beneficiare in seguito di consumi nettamente inferiori rispetto alle altre tipologie di modelli. Una caldaia a camera stagna continua a essere una soluzione valida soprattutto per ambienti frequentati occasionalmente (come le seconde case).
Riscaldamento elettrico a pavimento
E’ un sistema che prevede la messa a terra (sotto il massetto, ma in certi casi anche sopra le piastrelle, con un impianto a spessore ridotto) di un sistema di serpentine in grado di far circolare acqua calda in inverno e fredda d’estate, soddisfando così ogni esigenza di climatizzazione di un ambiente.
Questa soluzione è ottima perché consente di coprire uniformemente tutte le stanze di un immobile, ed è conveniente per chi non intenda mettere condizionatori in ogni ambiente, che consumerebbero troppo se accesi tutti insieme. L’assorbimento energetico non è comunque poco: questo impianto, quindi, è l’ideale soprattutto per chi può servirsi di un impianto fotovoltaico.
Un approfondimento sul tema si trova a questo indirizzo.
Pompe di calore
Una pompa di calore rappresenta una buona soluzione rispetto al gas, e si può usare sia in inverno per riscaldare, che in estate per rinfrescare la casa. Purtroppo non è molto indicata per riscaldarsi in regioni dal clima rigido (tipicamente al nord Italia).
A questo indirizzo troverete un approfondimento sulle tipologie, sul funzionamento e sui consumi delle pompe di calore.
Pannelli radianti elettrici a infrarossi
Si tratta di pannelli posizionabili a soffitto oppure a parete che non scaldano l’aria direttamente, ma le superfici opposte.
Presentano due svantaggi: 1) Non sono consigliati per appartamenti di grandi dimensioni 2) hanno costi superiori rispetto al metano, alle pompe di calore e alle biomasse.
Pannelli fotovoltaici
Innanzitutto, è necessario fare un distinguo (nel senso comune si parla genericamente di “pannelli solari”) tra pannelli solari termici e pannelli fotovoltaici. I primi vengono generalmente usati per la produzione di acqua calda sanitaria, i pannelli fotovoltaici invece servono a generare energia elettrica per rendere indipendente (“off-grid”, tramite batterie di accumulo) o semindipendente dalla rete elettrica nazionale una abitazione.
L’energia prodotta può servire ad alimentare sia le pompe di calore, che i pannelli radianti, oppure anche il riscaldamento a pavimento o la ventola che fa fuoriuscire il calore dalle stufe a pellet. Al riguardo, in questo articolo abbiamo parlato in dettaglio delle differenze e dei casi in cui conviene installare un impianto fotovoltaico.