Raffrescamento e riscaldamento a pavimento, climatizzare la casa risparmiando
Come climatizzare la casa tutto l’anno col massimo comfort e spendendo meno, a regime, rispetto ai classici impianti
Tra le tante proposte alternative per rinfrescare la casa consumando meno energia possibile, vi è quella degli impianti di raffrescamento a pavimento. Rumori? Nessuno. Polvere che si solleva per l’azione di ventilatori e split? Zero. Andiamo alla scoperta di cosa siano questi sistemi, e se si possano usare anche per riscaldare una casa. Vi anticipiamo subito che, come in tutti gli impianti di climatizzazione, ci sono pro e contro. Uno degli aspetti più interessanti, comunque, è che consentono di avere un buon risparmio energetico.
Raffreddamento e riscaldamento a pavimento, come funzionano?
Se volete avere dei metodi economicissimi, e immediati (accendete l’interruttore e via) per rinfrescare una casa, la risposta è semplice: compratevi dei ventilatori. In questo modo, però, smuoverete l’aria calda, rinfrescherete solo una parte di una stanza, starete perennemente sotto un flusso d’aria violento che non è il massimo della salubrità…
Invece, se vi interessa un impianto che vi duri nel tempo e riesca a raffrescare (e riscaldare!) la casa in modo uniforme, soprattutto se l’abitazione la vivete molte ore al giorno, continuate a leggere.
Un impianto di raffrescamento a pavimento si basa, molto semplicemente, sull’affogare nel massetto di un appartamento (o di un ufficio) una lunghissima serpentina di pvc, di un certo diametro e secondo determinati criteri.
Una sorgente termica (di solito una pompa di calore reversibile aria/acqua) si occuperà di gestire la temperatura dell’acqua che scorrerà all’interno di questo tubo. In estate, l’acqua sarà tra i 15 e i 18° C, e raffrescherà per irraggiamento l’ambiente. In inverno, invece, l’acqua dovrà avere una temperatura di appena 35° C per poter garantire agli ambienti un buon comfort climatico in riscaldamento.
L’irraggiamento negli impianti di raffrescamento a pavimento
E’ un principio fisico: tra due corpi con temperature differenti avviene un trasferimento di energia che si realizza grazie a uno scambio di calore. Ed è proprio col sistema dell’irraggiamento che il calore, e il fresco, si propaga nelle serpentine consentendo di riscaldare e raffreddare agevolmente e uniformemente (diversamente dai semplici termosifoni o da altri metodi di climatizzazione) ambienti anche di dimensioni rilevanti.
Quanto si risparmia con un sistema di raffrescamento a pavimento?
Approssimativamente il 25/30% in meno rispetto ai sistemi di climatizzazione classici. Se confrontiamo il raffrescamento a pavimento, cioè, con dei condizionatori messi in ogni ambiente.
I motivi sono da ricercare 1) nel fatto che un solo impianto può servire tutta l’abitazione, grande o piccola che sia, 2) la temperatura dell’acqua necessaria all’impianto è più bassa di quella che servirebbe con altri sistemi, 3) nel caso di un riscaldamento a pavimento, l’inerzia termica (ossia, la capacità di trattenere il calore nel tempo) è piuttosto elevata, e 4) se questo sistema viene alimentato da fonti rinnovabili come i pannelli fotovoltaici, o pannelli solari, il risparmio è massimo.
Serve un deumidificatore per un impianto di raffrescamento a pavimento?
Sì. Alcuni componenti degli impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento vengono realizzati in materiali, come l’ottone, che potrebbero dar luogo a formazioni di condensa.
Soprattutto in estate, quando il problema del caldo è dato non solo da temperature alte, ma anche dalla umidità ambientale, diventa fondamentale la realizzazione di un impianto di raffrescamento dove i vari elementi che lo compongono siano progettati per ridurre al minimo umidità e condensa.
Come? Usando collettori in ottone o acciaio inox isolato, inserendo un sistema di termoregolazione che agisce in base a delle sonde collegate a una centralina elettronica, e impiegando un cosiddetto “chiller”, che è un deumidificatore per il raffrescamento a pavimento.
Raffrescamento (e riscaldamento) a pavimento, i pro e i contro
Ogni tecnologia, per quanto innovativa e avanzata, ha i suoi vantaggi e svantaggi. Quella dei sistemi di raffrescamento e riscaldamento a pavimento permette ormai di ottenere performance eccellenti riducendo al minimo i lati negativi. Cominciamo con i pro:
- - Nessun movimento d’aria: trattandosi di un impianto “sotto traccia” (affogato nel massetto o comunque sopra il pavimento) non genera fastidiose correnti o spostamenti di polvere
- - Distribuzione uniforme della temperatura: ciò avviene grazie alla presenza delle serpentine in ogni punto dei pavimenti, consentendo di evitare zone in cui il raffrescamento o riscaldamento è minore o maggiore
- - Risparmio energetico: ne abbiamo accennato nei paragrafi qui sopra
- - Costi di gestione ridotti rispetto agli impianti tradizionali
- - Silenziosità: nessun rumore di ventole o altro
- - Estetica: l’impianto è pressoché invisibile, per questo motivo si adatta a qualsiasi ambiente, senza andare a occupare parti di parete o a sporgere dal soffitto
Ed ecco i contro:
- - Costo iniziale per l’installazione: è un po’ più elevato rispetto a quello di altri sistemi, ma si ripaga ampiamente nel tempo. Il problema è dovuto soprattutto al dover smantellare il massetto per poter installare le serpentine. Oggi, però, esistono aziende che offrono soluzioni “non traumatiche” in cui i pannelli radianti vengono sistemati sopra il pavimento preesistente, con un notevole risparmio di costi e tempi per la messa in opera.
- - Elevata inerzia termica: il fattore che poc’anzi citavamo come positivo, perché in grado di farci ottenere un buon risparmio energetico, può essere visto anche da una angolazione negativa, perché significa anche che per ottenere un buon raffrescamento o riscaldamento in modo rapido ci vuole un po’ di tempo. Se proprio si vuole climatizzare rapidamente un ambiente, meglio ricorrere agli split (ad esempio). Questi impianti sono particolarmente adatti per ambienti dove le persone stanno per molte ore al giorno
Raffrescamento a pavimento, i prezzi
A questo punto vi starete chiedendo quali siano i prezzi per un impianto di questo tipo. La differenza principale di costo, tra un impianto e l’altro, dipende dalla velocità con la quale si vuole raffrescare l’ambiente.
Per un impianto di raffrescamento a pavimento medio si spendono da 25 a 50 euro al mq, se invece si vuole il top i prezzi possono anche raddoppiare. Inoltre, è necessario mettere in conto anche il chiller (2.000/3.000 euro) al quale abbiamo accennato prima, o un deumidificatore (850/1400 euro).
Un buon fornitore di energia è fondamentale
Un sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento viene preso in considerazione soprattutto (ma non solo, vista la disponibilità di impianti che si possono posare sopra i pavimenti preesistenti) in ambito di ristrutturazioni o di nuove costruzioni.
Un impianto di raffrescamento a pavimento che sia in grado di coprire un intero appartamento può comportare un esborso considerevole. Chi è interessato, ma intende rinviarne l’esecuzione, ha comunque l’esigenza di risparmiare sulla bolletta di gas e luce, visti i continui, stratosferici rincari.
Cosa fare quindi? La scelta migliore è quella di cambiare fornitore di energia, per avere un contratto (magari a prezzo bloccato per un certo periodo di tempo) che risponda maggiormente alle nostre esigenze di consumo.
Nel mercato dell’energia sono presenti centinaia di operatori, più o meno convenienti e affidabili. Come ci si può orientare senza timore di commettere errori?
La risposta consiste nel consultare un comparatore di tariffe, come Tiscali Tagliacosti, che mette a confronto le offerte dei migliori operatori. Nessuna perdita di tempo, la consulenza è gratuita e senza impegno.
Meglio agire subito, e non aspettare altri rincari!