Niente incentivi per le caldaie a gas a partire dal 2025? Sì, ma con delle eccezioni. Ecco quali
La transizione energetica comporterà anche la fine delle detrazioni fiscali per le vecchie caldaie, in ossequio alla Direttiva Case Green. Ma non per tutti. Facciamo chiarezza
La transizione energetica verso fonti più sostenibili sta portando a cambiamenti significativi nel settore del riscaldamento domestico. In particolare, le caldaie a gas, tradizionalmente utilizzate per il riscaldamento delle abitazioni, sono al centro della cosiddetta Direttiva Case Green, che ne influenzerà l'installazione e gli incentivi nei prossimi anni.
Scopriamo in dettaglio cosa succederà in pratica, con quali tempi e come si dovranno adeguare i consumatori.
Incentivi per le caldaie a gas? Dal 2025 drastico ridimensionamento
A partire dal primo gennaio 2025 non è più possibile beneficiare di incentivi per l'acquisto e l'installazione di caldaie a gas. Intendiamoci, il provvedimento riguarda solo la sostituzione delle caldaie alimentate a combustibili fossili.
Per chi, invece, vuole dotarsi di un sistema di riscaldamento ecologico e a basso impatto ambientale sarà ancora valido l’Ecobonus che, però, non prevederà più la possibilità di detrarre fino al 65%. Le nuove percentuali sono declinate in questo modo:
Abitazioni principali:
2025: detrazione del 50%;
2026 e 2027: detrazione del 36%;
Altri immobili:
2025: detrazione del 36%;
2026 e 2027: detrazione del 30%.
La ratio di questa misura è, come abbiamo accennato, la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e l’incentivazione di sistemi di riscaldamento più ecologici. Attualmente, gli incentivi, come il bonus caldaia, permettono di ottenere detrazioni fiscali per l'installazione di caldaie a condensazione ad alta efficienza energetica. Con la nuova direttiva, tali agevolazioni verranno gradualmente eliminate, orientando i consumatori verso alternative più sostenibili
Dal 2040 non si potranno più produrre e vendere caldaie a gas
Oltre alla cessazione degli incentivi, la direttiva europea prevede un divieto totale di produrre e vendere caldaie a gas a partire dal 2040. Questo significa che, da quella data, non sarà più consentito installare nuovi impianti di riscaldamento alimentati a gas naturale nelle abitazioni.
L'obiettivo è accelerare la transizione verso sistemi di riscaldamento a zero emissioni, in linea con gli impegni dell'UE per la neutralità climatica entro il 2050.
Cosa significa per i consumatori
Queste nuove disposizioni comportano indubbiamente la necessità di pianificare con attenzione gli investimenti in sistemi di riscaldamento. Chi possiede già una caldaia a gas potrà continuare a utilizzarla, ma dovrà considerare alternative più ecologiche in vista di future sostituzioni.
Tra le opzioni più promettenti vi sono le pompe di calore, i sistemi ibridi e le caldaie compatibili con gas rinnovabili come il biometano o l'idrogeno.
Alternative sostenibili alle caldaie a gas
- Pompe di Calore: Utilizzano l'energia presente nell'aria, nell'acqua o nel suolo per riscaldare gli ambienti, garantendo un'elevata efficienza energetica e riducendo le emissioni di CO₂.
- Sistemi Ibridi: Combinano una pompa di calore (o un impianto solare termico) con una caldaia a condensazione, ottimizzando l'efficienza energetica in base alle condizioni climatiche e alle esigenze dell'abitazione.
- Caldaie a Idrogeno o Biometano: Progettate per funzionare con gas rinnovabili, rappresentano una soluzione innovativa per ridurre l'impatto ambientale del riscaldamento domestico.
Fine degli incentivi? Sì, ma non per tutti
La normativa prevede, infatti, delle eccezioni riguardanti la fine degli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas:
- Edifici vincolati o storici: potranno continuare a usufruirne se non si possono adottare tecnologie alternative come le pompe di calore
- Edifici situati in zone non raggiunte da reti di distribuzione di energia alternativa: anche in questo caso si potranno richiedere incentivi, purchè l’efficienza energetica ottenibile sia elevata
- Incentivi già approvati prima del 2025 nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e dei fondi europei per lo sviluppo regionale e della politica agricola comune
Queste eccezioni sono state concepite per accompagnare in modo graduale la transizione energetica.
In cosa consiste la Direttiva Case Green?
La direttiva sulle case green, il cui nome ufficiale è Direttiva Europea sulla Prestazione Energetica degli Edifici (EPBD - Energy Performance of Buildings Directive), è una normativa dell'Unione Europea che punta a migliorare l'efficienza energetica degli edifici nei paesi membri, per contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Nella UE gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico totale e di oltre un terzo delle emissioni di CO₂. Le intenzioni della direttiva sono quelle di rendere il parco immobiliare europeo più efficiente e meno dipendente dai combustibili fossili. Per questo, entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissioni zero.
I punti chiave della direttiva sono i seguenti:
- Classificazione energetica degli edifici
Gli edifici saranno classificati in base alla loro prestazione energetica, seguendo una scala dalla classe G (meno efficiente) alla classe A (più efficiente).
Gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030, e la D entro il 2033.
- Emissioni Zero per Nuove Costruzioni
Dal 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero. Per gli edifici pubblici, questa scadenza è anticipata al 2028.
- Ristrutturazioni Obbligatorie
Gli edifici residenziali classificati come G (il 15% degli edifici meno efficienti in ciascun paese membro) saranno prioritari per gli interventi di riqualificazione energetica.
Gli interventi includono l’isolamento termico, la sostituzione di impianti di riscaldamento con sistemi più efficienti (es. pompe di calore), l’installazione di pannelli solari o altre tecnologie rinnovabili.
- Installazione di energie rinnovabili
Dal 2028, gli edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 250 metri quadrati dovranno dotarsi di sistemi fotovoltaici.
- Incentivi
La direttiva prevede che i governi nazionali forniscano incentivi e misure finanziarie per agevolare la transizione, come bonus fiscali, detrazioni e fondi europei dedicati.
I proprietari degli immobili dovranno effettuare ristrutturazioni per migliorare la classe energetica degli edifici. Questo potrebbe includere interventi costosi come l'isolamento termico, il cambio degli infissi o l'installazione di caldaie più efficienti. Gli edifici con basse prestazioni energetiche rischiano di perdere valore sul mercato, mentre quelli efficienti diventeranno più competitivi.
In Italia (e in altri paesi) la direttiva ha generato polemiche e preoccupazioni, perché molti proprietari temono di non avere le risorse economiche per effettuare i lavori richiesti, soprattutto per gli edifici più vecchi e storici. E nonostante gli incentivi previsti, molte famiglie a basso reddito temono comunque di non poter adempiere al futuro obbligo di adeguamento. Ovviamente, il reale impatto che avrà questa direttiva, la cui applicazione sarà suscettibile di ritocchi e modifiche, si vedrà nel corso dei prossimi anni.
Gas o luce che sia, l’importante è avere una bolletta più bassa possibile
E’ davvero così. In un mercato flagellato dai continui aumenti del gas e della energia elettrica, al consumatore finale non resta altro, per difendersi, che trovare un fornitore che pratichi le migliori tariffe.
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