Pannelli solari o fotovoltaici, che differenze ci sono? E quali detrazioni fiscali sono disponibili?

Produrre energia green? Sì grazie! Scopriamo se conviene davvero e come

Differenze tra pannelli solari e fotovoltaico

Vi siete mai chiesti a cosa servono i pannelli solari? E quali siano le differenze tra i pannelli solari e fotovoltaici? E’ un argomento estremamente attuale, visto che molti consumatori vorrebbero rendersi indipendenti, del tutto o parzialmente, dal gestore elettrico nazionale. In questo articolo spiegheremo cosa sono e come funzionano i pannelli solari, a cosa serve un impianto fotovoltaico, quali sono i bonus pannelli solari, daremo delle indicazioni di massima sui costi e scopriremo se questi impianti siano davvero convenienti.

Pannelli solari e fotovoltaici, ecco in cosa si differenziano

Spesso si sente parlare di “pannelli solari” per identificare sia i pannelli fotovoltaici che il solare termico. Tra l’uno e l’altro, però, ci sono delle differenze fondamentali.

In un impianto solare termico i pannelli catturano il calore del sole tramite un liquido che, riscaldandosi, trasferisce il suo calore all’acqua presente in un serbatoio (accumulatore). Si parla di impianto solare termico a circolazione naturale quando l’accumulatore è situato più in alto rispetto ai pannelli. Quando invece è situato più in basso si parla di circolazione forzata perché il liquido scorre nel circuito tramite una pompa. Nella prima configurazione si ottiene acqua calda sanitaria, mentre in quest’ultima si può anche usare per riscaldare la casa.

Quindi, i pannelli solari termici servono sostanzialmente a produrre acqua calda, mentre un impianto fotovoltaico produce energia elettrica. I due tipi di pannelli possono anche integrarsi per ottimizzare i consumi di una casa.

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Pannelli solari, come funzionano

L’autoproduzione domestica di energia grazie all’irradiazione solare fa bene sia all’ambiente che al portafogli. Ma è sufficiente avere una casa con pannelli solari sul tetto per essere del tutto indipendenti? Questo è quanto pensano alcuni al primissimo approccio con questa tematica. La risposta, però, è più articolata.

Innanzitutto, un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che produce energia da una fonte inesauribile come il sole. Ne esistono di due tipi:

1) Impianto connesso alla rete elettrica locale, in cui si produce (e si consuma) energia con i pannelli e allo stesso tempo si consuma l’energia proveniente dalla rete. Se si produce più energia di quanta se ne consumi, la parte eccedente viene venduta alla rete e si ottiene un risparmio sulla bolletta.

2) Impianto “stand alone”, completamente indipendente dalla rete elettrica: in questa tipologia è fondamentale la presenza di un sistema di accumulatori in grado di assicurare la continuità della fornitura in caso di giornate nuvolose o piovose, o di notte.

Un impianto fotovoltaico è composto da:

  • Moduli fotovoltaici composti da celle di silicio puro al 99% che trasformano la luce solare in energia elettrica. Possono essere monocristallini (si caratterizzano per avere un rendimento del 15%), policristallini (l’efficienza è del 13%, occupano più spazio dei monocristallini ma costano un po’ meno) e amorfi (reggono molto bene le alte temperature)
  • Inverter: è il dispositivo che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata utilizzabile dagli elettrodomestici
  • Strutture che fissano i moduli al tetto, sia piano che inclinato. Devono essere ottimizzate in modo che i pannelli possano ricevere più luce possibile
  • Cavi elettrici
  • Eventuali sistemi di monitoraggio dell’impianto, e batterie per poter avere energia elettrica anche di notte e in giornate nuvolose o piovose

Quali sono le dimensioni dei pannelli solari fotovoltaici? E quanto spazio occupa l’impianto?

Per quanto riguarda i monocristallini e policristallini (i più comuni), le misure sono di 165 x 100 cm., con uno spessore compreso tra 35 e 50 mm. I pannelli fotovoltaici a film sottile sono invece più piccoli e più quadrati, e misurano 120 x 60 cm. Esistono anche i pannelli fotovoltaici ibridi, composti da silicio cristallino e un film sottile, le cui misure sono di 159 x 100 cm.

Lo spazio occupato da un impianto fotovoltaico dipende dalla efficienza dei pannelli. Minore è questo parametro, più grande dovrà essere l’impianto (e viceversa).

Ipotizzando un impianto da 3 kW e mettendo dei pannelli monocristallini, la superficie da considerare sarà compresa tra 21 e 27 mq. Impiegando pannelli policristallini l’esigenza di spazio aumenta ed è tra 24 e 33 mq. Se invece si utilizzano i pannelli a film sottile, lo spazio occupato è ancora di più (tra i 33 e 39 mq).

Per avere un impianto da 6 kW le esigenze di spazio aumentano ad almeno 50 mq (non per i tetti a falda, dove sono sufficienti anche da 38 a 45 mq).

Anche il peso ha una sua importanza: ogni modulo standard pesa all’incirca tra 16 e 19 kg per mq. Ipotizzando l’installazione di 15 moduli da 16 kg l’uno il tetto dovrà sostenere almeno 250 kg. Come minimo, appunto, perché al peso dei pannelli bisogna aggiungere quello della struttura che li regge. Si parla di una cifra che varia da 2 a 15 kg/mq. Infine, bisogna tenere conto anche dell’eventuale accumulo di neve o altri pesi.

In quali casi conviene installare un impianto fotovoltaico?

L’energia elettrica prodotta dai pannelli solari può essere consumata direttamente oppure immessa in rete e “pagata” dal GSE (Gestore dei servizi energetici, una S.p.A. partecipata dal Ministero dell’economia che ha il compito di promuovere le energie rinnovabili).

La chiave della convenienza sta nell’autoconsumo: più si riesce a consumare l’energia autoprodotta, più la bolletta sarà leggera. E, naturalmente, dai costi di installazione (compresa la scelta della tecnologia dei pannelli) e manutenzione dell’impianto nel tempo.

L’autoconsumo, oltre ad essere più elevato possibile, deve avvenire soprattutto in orari diurni. Quindi, via libera di giorno, quando la produzione di energia è massima, a lavastoviglie, lavatrici e altri utilizzatori che assorbono molta corrente.

Mettere un impianto fotovoltaico vero e proprio ha senso se in casa i consumi di energia elettrica e gas sono elevati. I fattori che influiscono sulla convenienza dipendono, come abbiamo detto, dall’autoconsumo, dalla posizione geografica (un impianto posto al sud è avvantaggiato perché in un anno ha maggiori periodi di insolazione) e dall’esposizione del tetto o terrazzo, dal corretto dimensionamento (meglio sfruttare quanto più spazio possibile a disposizione), e da un eventuale sistema di accumulo (batterie).

E per massimizzare la convenienza si può anche pensare a ridurre i costi del gas, cambiando, ad esempio, i vecchi fornelli con un piano cottura a induzione.

Quanto costa mettere pannelli solari sul tetto?

Recentemente, complici i rincari delle materie prime e i costi elevati dell’energia, e il numero più elevato di persone che vorrebbero dare un taglio netto alla bolletta energetica (a proposito, un risparmio immediato si può ottenere cambiando fornitore. Come? Rivolgendosi a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti per avere subito e gratuitamente dei preventivi su misura per il proprio consumo familiare) gli impianti fotovoltaici costano di più (20% o più) rispetto al 2020.

Per un tipico impianto da 3 kW oggi si arriva a spendere 8000 euro o più, per avere materiali di qualità e di marchi famosi.

Incentivi fiscali per gli impianti fotovoltaici

Sostanzialmente sono due: il superbonus 110% e il bonus ristrutturazione 50%.

Il recente Decreto Energia 2022 ha semplificato l’iter burocratico per l’installazione dei pannelli solari, classificandola come “manutenzione ordinaria”. Per quanto riguarda gli incentivi disponibili sotto forma di credito d’imposta, l’ecobonus 110% è il più interessante perché consente di detrarre in 5 anni il 110% delle spese sostenute. Il fisco, in pratica, restituisce più di quanto si spende. Non immediatamente ma come detrazioni sulle tasse future.

Peccato che accedere a questa agevolazione sia un po’ problematico. I motivi sono due: non è sufficiente installare solo l’impianto fotovoltaico, e il periodo per usufruirne sta per scadere.

Entro il 31 giugno 2022, infatti, si dovrebbero iniziare e terminare almeno il 30% dei lavori. Se gli immobili sono villette unifamiliari o unità indipendenti il termine è prorogato al 31 dicembre 2022. Si può arrivare anche al 31 dicembre 2025, ma la detrazione decresce fino al 65% e il termine riguarda solo i condomini o gli edifici con 2 o 4 unità appartenenti tutte allo stesso proprietario.

L’installazione dei soli pannelli solari non basta per ottenere l’incentivo, deve essere accompagnata da altre opere di efficientamento energetico come l’isolamento termico di almeno parte dell’edificio, la sostituzione di impianti condominiali (oppure di edifici unifamiliari) di riscaldamento, raffrescamento o fornitura di acqua calda sanitaria con altri più efficienti. Altro aspetto fondamentale è migliorare di almeno due classi energetiche l’APE (Attestato di Prestazione Energetica). Esempio: un immobile in classe F deve necessariamente passare in classe D.

Il bonus ristrutturazione del 50%, invece, è stato prorogato fino al 2024 e consente di recuperare il 50% della spesa (includendo anche la progettazione, la manodopera, i sopralluoghi, le autorizzazioni, l’Iva etc.) sotto forma di detrazione Irpef in 10 anni.

La fine dei lavori si deve comunicare entro 90 giorni all’ENEA, indicando le spese sostenute e le caratteristiche dell’impianto. Per ottenere il bonus si devono effettuare i pagamenti tramite bonifico bancario e si deve essere proprietari dell’immobile oppure familiari conviventi del proprietario (con relativa intestazione delle forniture di energia elettrica).

In quanto tempo si ammortizza la spesa? Col 50%, ipotizzando 9 mila euro complessivi, si recuperano 450 euro annui per dieci anni come rimborso Irpef, mentre la somma rimanente viene risparmiata grazie all’autoconsumo nel giro di pochi anni (6/7). La convenienza è evidente se consideriamo che un impianto dura almeno 20 anni (o più, con materiali di qualità), anche considerando le spese di manutenzione e la sostituzione dell’inverter (dopo una decina d’anni) e delle eventuali batterie.

Iniziare a risparmiare subito cambiando fornitore di energia e gas

L’installazione di pannelli solari sul tetto del condominio o della propria villetta si può considerare un intervento positivo nei confronti dell’ambiente e del portafoglio. Peccato però che serva una adeguata progettazione, affrontare una complessa burocrazia e molta pazienza.

Se l’obiettivo è quello di risparmiare subito sulle bollette, la via più facile è quella di passare a un altro fornitore di energia. Sì, ma come? Il modo più semplice per farlo è rivolgersi a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e di avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.

In questo modo si eviterà di avventurarsi in una selva di termini astrusi per chi non è del mestiere, e si potrà valutare ciò che meglio si adatta alle proprie esigenze familiari di consumo energetico.