Il futuro di Apple verso l'edge computing?

Apparentemente indietro rispetto ai competitor sul fronte delle infrastrutture Cloud, il gigante di Cupertino probabilmente ha altri piani...

apple edge computing

Lo scorso autunno Apple ha presentato tre grandi novità nel panorama dei propri prodotti consumer: gli iPhone 8 e 8 Plus, la terza generazione dell’Apple Watch, che finalmente si è affrancato dalla dipendenza dallo smartphone, e l’inaspettato iPhone X, un dispositivo-monstre che, nonostante i dati di vendita non epocali, ambisce ad inaugurare una nuova fase dell’era degli smartphone.

Di questi dispositivi molto si è già detto e scritto, ma è utile provare a riesaminarne a freddo le principali innovazioni, perché gettano un po’ di luce sulla visione e la strategia di Apple in questa fase di grande accelerazione tecnologica.

L’iPhone 8 ed 8 Plus sono, come si è detto, evoluzioni dei rispettivi modelli della serie 7, che ne preservano i form factor da 4,7 e 5,5 pollici: grandi novità sono tuttavia presenti al loro interno, legate in buona parte al nuovissimo chip A11 Bionic con motore neurale integrato.

L’A11 Bionic è dotato di ben 6 core, di cui 4 sono riservati alle operazioni ad alta efficienza e consentono di effettuare il “lavoro ordinario” con un minore consumo di batteria; gli altri 2 core, su cui si basa il già citato motore neurale, sono invece dedicati alle complesse elaborazioni di Intelligenza Artificiale: applicazioni di Realtà Aumentata e algoritmi per la correzione in tempo reale dei parametri della fotocamera in base al contenuto di quanto viene inquadrato.

Lo stesso chip A11 Bionic è il cuore del nuovo top di gamma di Apple, denominato iPhone X: quest’ultimo rappresenta un vero salto tecnologico rispetto agli stessi 8 e 8 Plus, principalmente per via dell’hardware innovativo che lavora insieme al chip A11.

Innanzitutto parliamo dello schermo, un OLED Super Retina Display esteso fino a coprire l’intera superficie disponibile e divenuto l’unica interfaccia con l’utente insieme all’assistente vocale Siri: prima conseguenza è stata la dismissione del Touch ID come strumento di sblocco del telefono e la sostituzione di questo con la tecnologia chiamata Face ID.

Il Face ID, basato su algoritmi di riconoscimento facciale che presentano una percentuale di fallimento di appena 1/1.000.000, è reso possibile dal connubio fra il motore neurale del chip A11 Bionic ed un componente hardware denominato True Depth Camera System. Quest’ultimo comprende la fotocamera, una camera ad infrarossi, sensori e proiettori di luce: tutto l’insieme consente di riconoscere un volto noto quasi sotto ogni angolazione e con qualunque condizione di luminosità, distinguendolo da fotografie o altre rappresentazioni, e interpretando anche le espressioni facciali.

Infine, il nuovo Apple Watch 3, che ha eliminato la dipendenza di quest’ultimo dallo smartphone: esso incorpora un dispositivo cellulare 3G/LTE, che gli consente di fare e ricevere telefonate e di connettersi ad Internet in autonomia graie a un meccanismo di virtualizzazione della SIM, non ancora reso disponibile dagli operatori mobili italiani.

Cosa possiamo capire della visione e della strategia di Apple, a partire dalla fisionomia e dalle scelte tecnologiche che caratterizzano questi prodotti? Pare emergere una scelta radicale da parte di Cupertino: nell’ecosistema tecnologico mondiale che rappresenta l’Internet odierna, un ecosistema fatto di oggetti connessi, smartphone, computer, server, piattaforme e servizi. In altre parole Apple starebbe scommettendo sull’edge computing piuttosto che sul cloud.

Se per “cloud” si intende infatti la centralizzazione delle funzioni, della memoria e dell’intelligenza delle applicazioni in server dalla collocazione imprecisata, con “edge” si intende invece l’insieme dei dispositivi vicini all’utente, quali smartphone, wearables, smart TV, auto connesse, sistemi per la domotica etc.

Le capacità di elaborazione collegate all’Intelligenza Artificiale del chip A11 Bionic contribuiscono in modo sensibile a spostare verso l’edge un insieme di funzionalità che i grandi competitor di Apple - Google, Facebook, Microsoft e Amazon - sembrano ritenere prerogativa del cloud.

Una possibile scommessa di Apple in questa direzione sarebbe corroborata da autorevoli analisi, come questa di Deloitte; d’altra parte c’è anche chi dimostra scetticismo verso l’edge computing: chi avrà ragione? Si vedrà nel corso dei prossimi anni, in ogni caso questa competizione tecnologica a tutto campo porterà certamente grandi benefici per gli utenti, oltre che per quelle aziende che avranno fatto le scelte strategiche giuste.

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