A Cesena arriva la fibra ottica ultraveloce a 1 Gigabit
Grazie a Open Fiber sono state connesse 10mila unità immobiliari alla banda ultra larga
Anche a Cesena, importante polo agricolo e industriale romagnolo, è stato completato il cablaggio in FTTH (la fibra ottica arriva fin dentro casa) delle prime 10mila unità immobiliari da parte di Open Fiber.
Si tratta di una parte del centro storico e della prima periferia, verso Ponte Abadesse e dei quartieri Fiorenzuola e Cervese sud, che da oggi, quindi, potranno navigare sul Web, tramite l’offerta Tiscali Ultrainternet Fibra, con prestazioni di gran lunga superiori a quelle raggiungibili con le attuali reti in rame o miste fibra-rame.
“Oggi – commenta il Sindaco Enzo Lattuca – raggiungiamo una prima tappa fondamentale di un percorso avviato lo scorso anno e che prevede il collegamento di circa 34 mila unità immobiliari della città attraverso un’infrastruttura in modalità FTTH (Fiber To The Home, fibra fino a casa), la tecnologia più all’avanguardia presente sul mercato, di circa 565 chilometri, che abilita una velocità di connessione fino a 1 Gigabit per secondo. Il progetto di Open Fiber ha lo scopo di rendere la nostra città sempre più connessa. Quando pensiamo a una connessione veloce non possiamo non fare riferimento al quotidiano lavoro svolto dalle imprese del nostro territorio ma anche a tutti i lavoratori che, dall’inizio dell’anno, lavorano da casa e tutti quegli studenti che seguono le lezioni a distanza. Inoltre, in questo modo, accelerando il processo di digitalizzazione della nostra città, semplifichiamo e miglioriamo le relazioni fra i cesenati e i servizi della Pubblica Amministrazione, fra studenti, scuole e Università incrementando la produttività e la competitività delle imprese”.
L’investimento, a totale carico di Open Fiber, per cablare la città sarà pari a 13 milioni di euro.
A cosa serve avere una connessione velocissima in fibra ottica? Ad esempio, per abilitare servizi fondamentali come la telemedicina (mai così utili come in questo periodo, e sempre di più in futuro), a migliorare lo streaming online (attraverso la trasmissione di contenuti ad altissima risoluzione 4K), a gestire l’e-learning (apprendimento a distanza), la videosorveglianza e molto altro ancora, nell’ambito, ad esempio, delle smart city.
Cesena (cittadina di quasi 100.000 abitanti) è detta la città dei tre Papi, perché due (Pio VI e Pio VII) vi nacquero, mentre il terzo (Pietro Francesco Orsini da Gravina di Puglia) fu dapprima nominato vescovo e quindi Papa con il nome di Benedetto XIII.
Un tour della città non può che partire da Piazza del Popolo, creata da Andrea Malatesta nel XV secolo, vero e proprio centro nevralgico della città in cui ogni mercoledì e sabato si tiene il mercato.
Qui si trovano il Palazzo Municipale, costruito nel 1359, molto interessante per la presenza di notevoli affreschi del settecento, e per la Fontana Masini, posizionata al centro, simbolo di Cesena.
Attigua alla piazza è la fortezza nota come Rocca Malatestiana, interessante da visitare per il panorama che si può godere dai suoi camminamenti; questo ex carcere e struttura difensiva venne anche utilizzato durante la Seconda Guerra mondiale come rifugio antiaereo.
Molto bella è la Cattedrale, intitolata a San Giovanni Battista, che venne edificata a partire dal 1385 per volere di Andrea Malatesta.
Gli appassionati di arte antica possono fare un salto alla Pinacoteca Comunale, dove sono presenti opere che coprono il periodo dal XV al XVIII secolo.
Si può affermare che la città sia un importante luogo culturale perché ospita molti eventi e spettacoli che si tengono nei molti spazi a disposizione. Tra questi, il Teatro Bonci, risalente a metà del XIX Sec., con un bell’esterno neoclassico, e a poca distanza, il Teatro Verdi, della fine dell’800, dove si integrano le più svariate forme di spettacolo e si tengono anche festeggiamenti di tutti i tipi (matrimoni, compleanni, addii al celibato etc.).
Cosa mangiare a Cesena? La regina della città è indiscutibilmente la Piadina, celebre in tutto il mondo, che si può degustare negli innumerevoli chioschetti sparsi ovunque.
La Pida (questo è il nome romagnolo della piadina) è una sfoglia fatta di farina, strutto, acqua e sale che si prepara sul testo romagnolo, una particolare padella piatta in ghisa o alluminio antiaderente, con doppio bordo che le conferisce una fragranza difficilmente ottenibile con le padelle tradizionali. Viene farcita con squacquerone, prosciutto, salame, coppa e in tante altre varietà.
Per ciò che riguarda i primi, non c’è che l’imbarazzo della scelta: sono tutti quelli fatti pazientemente a mano con la pasta all’uovo, e cioè i cappelletti di carne fatti in brodo o con la panna, i tortellini, i passatelli in brodo, gli strozzapreti e le tagliatelle.
Tra i secondi, invece, l’onnipresente protagonista è il maiale nelle sue innumerevoli…incarnazioni. E quindi, come insaccato (mortadella, prosciutto, coppa, salami vari), oppure fatto arrosto o ancora alla griglia.
Degni di nota sono i piatti rustici e antichi come la pancetta con l’aglio, il radicchio con i bruciatini (insalata di radicchio da taglio condita con dadini di pancetta rosolata in padella e col suo grasso ancora caldo). Diffusissime anche le zucchine ripiene di un impasto di carne simile a quello delle polpette.
Meritevole di essere citata, per i dolci, è la ciambella romagnola (brazadela) che, tagliata a fette, ricorda la forma dei cantuccini toscani e si inzuppa nel latte a colazione o si gusta con un buon bicchiere di vino sangiovese. A Pasqua si trova la pagnotta pasquale, tipico dolce povero preparato con farina, lievito, uova, zucchero, burro o strutto e scorza di limone. Molto tempo fa questo dolce aveva un profondo significato cristiano: per questo veniva preparato dalla moglie del capofamiglia vestita di bianco (simbolo di purezza) e mangiato la mattina di Pasqua con un uovo sodo benedetto, una fetta di salame e un po’ di vino.