Quanto costa installare una colonnina di ricarica elettrica a casa?
E’ sufficiente una normale presa di corrente? Cosa sono le wallbox? E se non vivo in una casa indipendente? Ecco le risposte
L’interesse per le auto elettriche cresce di giorno in giorno: in questo articolo abbiamo analizzato quanto costa ricaricare una auto elettrica per chi si trova in strada. E se invece avessimo la disponibilità di un box condominiale o addirittura di uno spazio apposito in una casa indipendente, quanto costerebbe installare una colonnina elettrica? Cosa sono i wallbox e quanto costano? In questo articolo risponderemo a queste e altre domande sul tema.
Si può usare una comune presa elettrica?
Questa è forse la domanda più gettonata. La risposta è sì, la classica Schuko (o “presa tedesca”), quella che si usa anche per la lavatrice e in genere per i grandi elettrodomestici può essere usata per ricaricare una auto elettrica in casa.
Il problema è che questo tipo di prese non è progettato per un uso “in continuo” (se ci pensate, anche la lavatrice, il frigo, e la lavastoviglie hanno dei cicli in cui assorbono più o meno corrente). Per questo motivo, per evitare problemi di sicurezza (ovvero, pericolosi surriscaldamenti) è meglio usare queste prese solo per una ricarica occasionale. E comunque, stando molto attenti.
La ricarica tramite una comune presa Schuko è sconsigliabile anche per i tempi di ricarica molto lenti. L’ideale è chiamare un elettricista (soprattutto nel caso di un impianto con molti decenni alle spalle) per verificare se l’impianto abbia la necessità di essere adattato per l’installazione di una stazione di ricarica.
Installare una colonnina elettrica in casa. Cosa sono le wallbox
Le wallbox (o wall box) sono delle prese intelligenti che rappresentano una evoluzione rispetto alle comuni prese domestiche. I vantaggi di una wallbox? Non solo consente di ricaricare l’auto elettrica prelevando molta più energia dall’impianto domestico in completa sicurezza, ma anche di farlo in tempi molto rapidi.
Quale wallbox scegliere? Le potenze disponibili sono 3,7 kW e 7,4 kW in monofase, oppure anche 11 o 22 kW con un impianto trifase. La scelta dell’una o dell’altra potenza è legata sia al caricatore interno dell’auto elettrica, sia alla potenza del contatore domestico.
Se il caricatore interno dell’auto elettrica può assorbire solo 3.7kw, e la wallbox installata è da 7.4kw, la ricarica avverrà al massimo a 3.7kw.
Le wallbox si possono interfacciare anche con un impianto fotovoltaico. In questo modo i costi di ricarica si potrebbero addirittura azzerare.
E’ necessario aumentare la potenza del contatore?
Se non si ha fretta e si è disposti a lasciare in carica l’automobile per 6 ore (il tempo medio necessario con 3.7kW, con nessun altro utilizzatore simultaneo di corrente in casa, si intende) il contatore con potenza standard da 3 kW potrebbe anche essere sufficiente.
Se invece si ha fretta, l’aumento della potenza del contatore è indispensabile. Per procedere è necessario rivolgersi al proprio fornitore di energia elettrica, che invierà a sua volta la richiesta al distributore locale. Quest’ultimo dovrà procedere entro cinque giorni lavorativi (se non è necessario intervenire sul contatore) oppure entro venti giorni, dopo aver consegnato un preventivo.
Il passaggio a una potenza superiore comporta anche l’esborso annuo di circa due decine di euro per ogni kW in più richiesto. Questa spesa si può ridurre passando a un altro fornitore di energia, e sottoscrivendo un contratto con tariffe (anche a prezzi bloccati) più vantaggiose. Orientarsi nel mercato libero di luce e gas, però, può essere un’attività complessa da affrontare e spesso non si ha né il tempo né la voglia per farlo. Meglio quindi rivolgersi a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.
Per quanto riguarda le postazioni per la ricarica dei veicoli elettrici, L’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha chiarito che le tariffe in esse applicate sono le stesse riguardanti gli usi domestici. E quindi, una media approssimativa di 0,20 € a kWh. Se così non fosse, il costo per ogni km percorso con una auto elettrica sarebbe molto più elevato.
Quanto costa l’installazione di una wallbox?
Diversamente dalle colonnine di ricarica veicoli elettrici pubbliche (che forniscono direttamente corrente continua), le wallbox erogano corrente alternata che, arrivata al caricatore installato sulla automobile, viene trasformata in corrente continua.
Il mercato offre diverse soluzioni, per avere tempi di ricarica “ottimizzati” è indispensabile considerare le caratteristiche della auto elettrica e della wallbox che si intende installare. Per una scelta corretta ci si affida a un tecnico abilitato, che darà gli opportuni consigli e installerà l’impianto rispettando la normativa CEI EN 61851-1, seguendo i parametri indispensabili per la sicurezza.
Qual è il costo di installazione di una wallbox, dunque? Si parte da un minimo di 600 € per quelle a ricarica molto lenta per arrivare ai 3000 € (e più) per quelle più veloci. La legge di bilancio 2022 (approvata il 30 dicembre 2021) ha confermato fino al 2024 il bonus colonnine auto elettriche, che prevede un incentivo pari al 40% per le spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture per la ricarica di auto elettriche, sia per imprese che per privati.
Installare una colonnina elettrica di ricarica in un condominio
Chi non vivesse in una casa indipendente come potrebbe fare per installare una wallbox (o una colonnina di ricarica) in un condominio? Queste sono le possibili alternative:
- Installazione in un garage, o posto auto, privato: oltre ad accollarsi le relative spese, è necessario solo inviare tutte le informazioni all’amministratore di condominio. L’assemblea condominiale ha voce in capitolo solo sul decoro e sulla sicurezza dell’intervento.
- Installazione in un’area condominiale destinata a parcheggio: in questo caso l’installazione potrebbe interessare, nell’immediato o per il futuro, altri condòmini. Il proponente deve presentare all’assemblea, che deciderà a maggioranza, un progetto dettagliato e i preventivi delle aziende interpellate.
- Installazione in un’area condominiale non destinata a parcheggio: è indispensabile effettuare un cambio di destinazione d’uso.
L’assemblea condominiale, infine, non si può opporre all’installazione di colonnine di ricarica ma può pretendere sia di definire le modalità di installazione, sia di esigere che venga assicurata la sicurezza e il decoro, oltre al rispetto dei diritti di tutti i condomini.
Se chi presenta la richiesta non ottiene l’assenso dall’assemblea può comunque procedere all’installazione, rispettando gli spazi comuni.
Come ridurre ulteriormente il costo delle ricariche di una auto elettrica?
Semplice, passando a un altro fornitore di energia in grado di proporre pacchetti tariffari più convenienti.
Per avere una bolletta più leggera (visti anche i vertiginosi aumenti della componente energia) ci si può rivolgere a Tiscali Tagliacosti, che fornisce un confronto preciso e affidabile tra le tariffe proposte dai migliori operatori presenti sul mercato libero.
Inoltre, se ancora non si riesce a prendere una decisione, si può avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito. Il tutto con pochi click del mouse o con qualche tocco sullo smartphone.