Fotovoltaico e falsi miti, come stanno veramente le cose?

Chi si avvicina al mondo del fotovoltaico ha, probabilmente, una di queste 6 convinzioni. Saranno vere o da smentire? Facciamo chiarezza

I 6 falsi miti più comuni sugli impianti fotovoltaici

La brusca impennata nel costo delle bollette della luce ha impresso una notevole accelerazione nella installazione di impianti fotovoltaici in Italia. Molte famiglie hanno pensato bene, ove possibile, di installare un impianto fotovoltaico per dare un taglio netto al costo dell’energia.

I dati parlano chiaro: al 31 dicembre 2022 in Italia risultavano 1.225.000 impianti, con un incremento di +21% rispetto a un anno prima.  Sul fotovoltaico, però, aleggiano ancora molti falsi miti, o convinzioni errate, che potrebbero frenare chi ha ancora dei dubbi sulla effettiva efficacia di questa scelta ecosostenibile che sta progressivamente riducendo il ricorso alle fonti di approvvigionamento energetico tradizionale di case e aziende.

In questo articolo forniremo le informazioni corrette per comprendere meglio questa tecnologia.

 

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1) Il fotovoltaico produce energia solo se c’è luce solare: FALSO, i pannelli fotovoltaici lavorano anche quando è nuvoloso. La quantità di energia è sicuramente minore, ma non è pari a zero. I pannelli sono in grado, infatti, di assorbire una certa quantità di fotoni in tutto l’arco dell’anno solare. E ancora: il funzionamento di un impianto fotovoltaico dipende dalla luce solare, e non dalla temperatura esterna. Per questo motivo, anche nelle regioni con climi freddi si può produrre efficacemente energia. Anzi, i climi caldi estremi possono persino penalizzare la produzione di energia. Inoltre, quando l’illuminazione è scarsa, o di notte, si può ricorrere alle batterie, che possono immagazzinare l’energia prodotta rilasciandola quando ce n’è la necessità

 

2) Installare un impianto con pannelli fotovoltaici è troppo costoso, e la spesa si ammortizza in troppi anni: FALSO, è una delle convinzioni più dure a morire. Il prezzo attuale di un impianto fotovoltaico da 3 kWp si aggira sui 5.000 euro, e si ripaga in pochi anni, anche grazie alle detrazioni fiscali. Al riguardo avevamo scritto un articolo in cui si descrivevano, oltre agli incentivi fiscali per gli impianti fotovoltaici, anche le differenze con i pannelli solari.

 

3) La manutenzione di un impianto fotovoltaico è costosa: FALSO, tutto ciò di cui necessita è un semplice intervento annuale di manutenzione, consistente nel controllo visivo dei pannelli, dei cavi e dei raccordi, e della pulizia dei pannelli stessi. La spesa? 100-200 euro, per un impianto domestico.

 

4) Rendersi completamente indipendenti dalla rete elettrica nazionale, e non ricevere più bollette, è possibile: VERO, ma non del tutto. Le bollette continueranno ad arrivare, per quanto leggere. Per capire il motivo, è necessario distinguere tra impianti off-grid, detti anche “a isola”, non connessi alla rete di distribuzione nazionale, e impianti on-grid (i più comuni), connessi alla rete. Gli impianti a isola, quelli che consentirebbero di staccarsi del tutto dalla rete elettrica, sono impiegati soprattutto in siti remoti (montagna, ad esempio) dove un allaccio standard comporterebbe delle opere troppo dispendiose. E’ intuitivo che in questi casi l’impianto dev’essere dotato di un robusto sistema di accumulo dell’energia. Ovvero, di batterie, che suppliscono ai momenti della giornata in cui c’è scarso (o nessun) irraggiamento solare. Le batterie però costano molto, e l’impianto dovrebbe essere sovradimensionato per poterle ricaricare in maniera sufficiente e per far fronte ai consumi. E potrebbe anche non bastare, per questo motivo sarebbe opportuno aggiungere anche un gruppo elettrogeno a gasolio. La (quasi) indipendenza energetica si raggiungerebbe, ma a caro prezzo. Gli impianti on-grid, invece, sono quelli più diffusi. Se dotati di batterie permettono di raggiungere un discreto, ma non totale, grado di indipendenza. Soprattutto di notte si è vincolati ad “attingere” energia elettrica dalla rete, pagandola a tariffe standard. L’energia autoprodotta e non consumata durante il giorno si può vendere al Gestore Nazionale (in questo caso si parla di “Ritiro Dedicato”, in cui ogni kWh immesso nella rete elettrica viene remunerato -nel 2023- 4 centesimi ) oppure si ricorre al sistema dello  “Scambio sul posto”, che prevede una compensazione tra energia immessa in rete e prelievi effettuati.

Comunque vada, il ricorso, anche se minimo, alla rete elettrica nazionale, è sempre necessario. Anche in caso di guasti all’impianto, per esempio. I kWh prelevati dalla rete devono essere pagati a tariffe standard. Per questo motivo è indispensabile avere un contratto con un fornitore di energia che abbia le tariffe più convenienti possibile. Come effettuare la scelta migliore? La risposta è semplice: ci si affida alla competenza ed esperienza di un comparatore come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.

 

5) In un condominio non si può installare un impianto fotovoltaico privato: FALSO, anche la recente (1337 del 17 gennaio 2023) sentenza della Cassazione ha precisato che anche il singolo condomino può installare un impianto fotovoltaico sul lastrico solare o su altre superfici di proprietà comune o dell’interessato. Ovviamente ci sono delle condizioni per farlo, e cioè non pregiudicare la stabilità e/o il decoro architettonico del condominio, inviare al Comune la comunicazione dell’inizio dei lavori (se si installerà sulle proprie proprietà), oppure inviare una comunicazione all’amministratore del condominio, che poi valuterà in assemblea la fattibilità dell’opera se è su una parte comune. Se l’installazione dell’impianto comporta anche una modifica delle parti comuni è obbligatoria l’autorizzazione dell’assemblea condominiale.

6) I pannelli solari sono difficili da smaltire: FALSO, al termine della loro vita utile (che al momento è stimata in media circa 25 anni) è sufficiente contattare un centro di raccolta RAEE (sigla che indica i comuni rifiuti elettrici ed elettronici di cui ci sbarazziamo portandoli generalmente in discarica) che si occuperà di smaltirli riciclando i materiali di cui sono composti, principalmente vetro e alluminio. Le preoccupazioni riguardanti possibili problemi di inquinamento ambientale sono infondate, perché il riutilizzo dei materiali copre la quasi totalità della superficie di cui sono composti.

 

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